Nel 1982, oltre trent’anni fa, nasceva il Consorzio Venezia Nuova,
concessionario unico per le opere di salvaguardia del Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti, che in attuazione della Legge speciale per
Venezia (L. 798/78) doveva occuparsi della progettazione ed esecuzione degli
interventi intesi alla conservazione dell’equilibrio idrogeologico della laguna
e dell’abbattimento delle acque alte nei centri storici. Aveva inizio una nuova
epoca di grandi appalti e corruzione. Da quel momento per realizzare il Mose,
ma anche tutti i lavori in laguna, non serviranno più le gare d’appalto e
neppure il confronto tra costi e progetti alternativi.
Tutti i partiti di
governo, di ogni colore e ad ogni livello, hanno sostenuto e favorito la
costruzione di questo sistema di potere. Berlusconi e Prodi, Monti e Letta, con
i loro ministri, tra cui Altero Matteoli (PDL-FI), si sono spesi per garantire
un flusso costante di finanziamenti che solo per il Mose nel tempo è schizzato
da 1,5 miliardi a 5,5 miliardi. Questa massa di denaro pubblico entrava nelle
casse del Consorzio Venezia Nuova, di cui azionista di maggioranza è la
Mantovani SPA, della famiglia padovana Chiarotto, gestita da Piegiorgio Baita e
legata alla Compagnia delle opere di Comunione e liberazione, le altre imprese
sono Condotte, Mazzi e Lega Cooperative. Il Gruppo Mantovani S.P.A. si è
aggiudicato i lavori per la piastra dell'EXPO a Milano, con un’offerta di
ribasso del 42%, mentre in Veneto oltre al Mose ha un piede in ogni opera
importante: infrastrutture dal valore complessivo di vari miliardi di euro, in
gran parte realizzate in project-financing. L'importante è il fare, non che i
lavori servano. Sulla stessa efficacia del Mose ci sono dubbi e incertezze
sulla tenuta delle dighe. In sede regionale il sostegno al Consorzio Venezia
Nuova non è venuto mai meno, una sostanziale continuità si è registrata dal
governatore Giancarlo Galan (PDL-FI), dal 1995 al 2010, al governatore Luca
Zaia (LN), con assessore alle Infrastrutture di Renato Chisso (FI). Un sostegno
trasversale che comprende anche il consigliere regionale e responsabile
organizzativo del PD, Giampiero Marchese; l'amministratore delegato della
società autostradale Venezia-Padova, Lino Brentan (PD); l'europarlamentare
Amalia Sartori (FI). Il Comune di Venezia vede il coinvolgimento e l'arresto
del Sindaco, Giorgio Orsoni. Il Sindaco, procuratore della Basilica di San
Marco, è molto vicino alla Curia. E' alla guida di una coalizione che va
dall'UDC al PRC. Rifondazione ha ottenuto da Orsoni la delega alle Politiche
del Lavoro per il suo unico consigliere, ma non sembra che si siano prodotti
risultati a favore dei lavoratori, anzi. Questi esponenti politici borghesi dal
PD a FI erano sul libro paga del Consorzio Venezia Nuova. L’ex presidente del
Consorzio Venezia Nuova, Mazzacurati, potendo contare su centinai di milioni di
fondi neri, accumulati nel tempo attraverso un macchinoso sistema truffaldino,
attraverso l’elargizione di tangenti e bustarelle (almeno 22,5 milioni di euro
accertati di stipendi annuali fissi e a rate), la cui consistenza variava in
base al ruolo svolto dal personaggio e di quanto poteva garantire, era riuscito
a coinvolgere imprenditori, professionisti, esponenti politici di ogni livello,
pubblici ufficiali di elevato ruolo istituzionale: burocrati (due funsionari
regionali, due ex presidenti del Magistrato alle Acque (emanazione del
Ministero dei lavori pubblici), un giudice della Corte dei Conti, ufficiali
corrotti (l'ex generale e vicecomandante della Guardia di Finanza, un
vicequestore della Polizia e alcuni ex appartenenti ai servizi segreti), per
complessivi 35 personaggi.
Quello che emerge è il vero volto del capitalismo, altro che Nord Est
produttivo, onesto, trasparenza del mercato. La verità è che il capitale e il
suo mercato sono inseparabili dalla corruzione. Che più si è liberato il
mercato, più sono proliferate le mazzette. Che le mazzette non sono una devianza,
ma la norma. Non una distorsione dell'economia, ma un suo lubrificante, il
carburante del profitto. Tutti i sacrifici che vengono imposti ai lavoratori e
alle masse popolari, ai precari e ai disoccupati, finiscono anche nella
speculazione, il cui costo ricade ancora una volta sugli stessi soggetti
sociali oppressi con taglio delle spese sociali, esternalizzazioni, aumento dei
prezzi e delle tariffe dei servizi. I partiti borghesi di governo e il loro
personale politico sono solo gli amministratori delegati di questa gigantesca
rapina. Che nessuna magistratura borghese potrà mai debellare come dimostra il
clamoroso fallimento di Mani Pulite, a distanza di 20 anni.
Grillo e Casaleggio gridano alla scandalo, come 20 anni fa fecero la Lega e Di
Pietro. Acora una volta solo speculazione elettorale, per rifare la stessa
politica borghese.
Il PCL ha presentato un proprio candidato sindaco indipendente, contro Orsoni e
contro Brunetta, e ha invitato ripetutamente il PRC a rompere con Orsoni e la
sua maggioranza, a costruire l'opposizione di classe. Questa richiesta non ha
mai avuto risposta, adesso il tempo è scaduto. Vi chiediamo e ci chiediamo cosa
vi tiene attaccati a questa giunta borghese e corrotta? Quali interessi
trattengono la burocrazia del PRC?
Solo un governo dei lavoratori può fare pulizia. Può abolire la giostra degli
appalti e del loro mercato. Espropriare senza indennizzo le aziende corruttrici
salvando al tempo stesso i posti di lavoro. Nazionalizzare sotto controllo
operaio la grande industria edilizia e del cemento, regno tradizionale della
criminalità organizzata vecchia e nuova. Nazionalizzare le banche, senza
indennizzo per i grandi azionisti, grande nascondiglio di corruzione e
evasione. Abolire il segreto commerciale e industriale, santuario
dell'imboscamento di mazzette, e porre l'intera economia, e ogni bilancio,
sotto il controllo dei lavoratori.
PARTITO COMUNISTA DEI
LAVORATORI Sez. Pietro Tresso Venezia

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