
Ma Davide non si è abbattuto con una detenzione ingiusta, tutt’altro. Davide ha continuato a fare politica e dai domiciliari si è candidato e ha raccolto quasi 800 voti nelle ultime elezioni regionali, a conferma che non è chi vogliono far credere che sia, ma un Compagno sensibile ai problemi dei lavoratori, dei precari, degli sfruttati, sempre attento, sempre disponibile.
Dopo la sentenza passata in giudicato, con la quale non hanno perso tempo a riportarlo in carcere senza alcuna esitazione, mi sono chiesto: ma i poliziotti che massacrarono i manifestanti alla scuola Diaz durante i fatti di Genova quanti anni di carcere dovrebbero farsi? Già! Quelli erano compagni e a darle di santa ragione erano chi di solito dovrebbero proteggerci.
Una vera vergogna che grida vendetta e conferma ancora una volta che la lotta alla repressione non deve arretrare di un centimetro.
Va comunque precisato che in questa assurda vicenda giudiziaria sono stati coinvolti altri compagni e naturalmente il discorso vale anche per loro.
Affascinato dal suo carisma, dalla sua storia e della sua perseveranza, ho avuto il piacere e la fortuna di conoscere personalmente Davide prima di questo ingiusto epilogo, quando era ancora ai domiciliari circondato dagli affetti di sempre con la viva speranza di una sentenza più clemente; ho incontrato una persona di straordinaria umanità, un ragazzo coerente profondamente legato a valori ancestrali e senza tempo come la famiglia e l'amicizia, con gli occhi coraggiosi e sicuri di chi vuole, desidera, pretende di cambiare lo stato di cose. Ad ogni costo.
Partito Comunista dei Lavoratori – Circolo di Atri “Lev Trotsky”
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