
Per prima
cosa bisogna dire che questo referendum ha due chiavi di lettura, da una parte
i sostenitori del SI, che hanno combattuto per far passare delle riforme che in
un certo senso facevano parte del loro programma, anche se Renzi ha voluto
metterci la faccia credendo di vincere. Dall’altra parte chi ha sostenuto il
NO, non tutti lo hanno fatto perché convinti che i quesiti fossero da bocciare,
soprattutto Forza Italia, che con il suo leader ha sempre appoggiato e
sostenuto insieme a Renzi le riforme
inserite nel referendum, per poi salire sul carro del NO non avendo ricevuto il
solito contentino nella scelta del Presidente della Repubblica. Stessa cosa per
il Movimento 5 stelle, che per stessa ammissione di Grillo non riteneva le
ragioni del SI tutte sbagliate, infatti ha invitato i cittadini a votare con la
pancia, come dire “vietato riflettere per non votare Renzi-SI”. Non è difficile
intuire che la chiave di lettura del NO è stata quello di voler mandare a casa
Renzi a tutti i costi, essendosi i cittadini accorti che la politica renziana
non è stata altro che continuare se non peggiorare quella di chi lo ha
preceduto. Se a livello nazionale si è voluto colpire Renzi, analizzando la
situazione locale mi sono accorto di una cosa molto significativa e penso che
molti atriani se ne siano accorti insieme a me. Tenendo sempre conto che chi ha
votato NO lo ha fatto soprattutto per mandare a casa Renzi, ad Atri il
risultato del No avrebbe dovuto superare il 70%, visto che la maggioranza nelle
ultime comunali ha conquistato 3500 voti, mentre al referendum il NO ha
guadagnato 3677: 177 voti di scarto sembrano pochini se si considera che il NO
oltre a Forza Italia è sostenuto da una parte del PD che ad Atri raggiunge una
quota importante e dal M5S che ha più di 1500 voti e dalla sinistra radicale da
parte della quale possiamo vantare anche qualche voto importante. Conti alla
mano, sempre se la matematica non è un’opinione, penso che per la maggioranza
che amministra Atri abbia poco da festeggiare.
SANDRO SPADA
SANDRO SPADA
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