Non
è vero che Renzi “non fa ciò che annuncia”, come vuole la vulgata
concorrenziale del populismo grillino. E' vero l'opposto: Renzi non annuncia
ciò che fa.
Anzi lo imbosca accuratamente fra le pieghe di parole vuote e
recite da mestierante (pose da gelataio e docce gelate incluse) pur di cercare
di preservare voti e consensi popolari. Come mostra la conferenza stampa
odierna. Andiamo al sodo. Renzi offre ai capitalisti la totale precarizzazione
del lavoro; l'ulteriore allargamento della licenziabilità senza giusta causa;
una più ampia libertà di sfruttamento di territorio e ambiente; un più libero
ingresso del profitto d'impresa nell'istruzione pubblica e nella formazione.
Semplicemente chiama tutto questo “riforme strutturali” e lo vende come
“cambiamento” a chi ne è vittima. Marchionne ha ragione a “incoraggiare Renzi a
proseguire” come ha recentemente rivendicato. Renzi promuove infatti da premier
le stesse politiche di Marchionne.
Con una differenza: Renzi ha il
lasciapassare di... Landini, che annuncia che “non porrà veti”. Una fortuna
insperata. C'è di più. Renzi vuole persino il consenso degli operai
che colpisce. Per questo ha messo loro in tasca 80 euro. Disgraziatamente non
li ha avvisati che saranno loro a pagarli. Assieme a servizi, pubblico impiego,
sanità, prestazioni sociali, scuola, per un totale di 32 miliardi di tagli in 3
anni (che si aggiungono alla mannaia degli anni passati).
E' la somma enorme
degli oneri del fiscal compact ( a garanzia del capitale finanziario italiano
ed europeo) e delle ambizioni elettorali del premier. Semplicemente Renzi
chiama tutto questo “ Riforma della pubblica amministrazione”. E lo rivende
come “rivoluzione” ai tanti “cittadini offesi” quotidianamente dalle
inadempienze dello Stato. Che naturalmente dopo la cura saranno ancora più
grandi.
Infine Renzi pensa al futuro. Sia al proprio, sia a quello dei
capitalisti. Sa che la continuità della rapina sociale non allargherà il suo
consenso. Sa che la migliore arte della truffa non gli consentirà di rivendere
ogni volta come oro una rapina infinita. Come preservare insieme le proprie
fortune e quelle dei capitalisti per i quali governa? Ecco la soluzione
trovata: una riforma della legge elettorale e delle istituzioni che gli
consenta di controllare Parlamento, Governo, Presidenza della Repubblica,
cariche istituzionali, giudici costituzionali... con il 20% dei voti.
Semplicemente Renzi chiama “riforma storica della democrazia” un attacco senza
precedenti ai principi democratici più elementari: la peggiore legittimazione
costituzionale di un governo senza consenso.
Renzi fa bene dunque a rivendicare
la “concretezza” della propria politica contro l'ingenerosità di alcuni
detrattori liberali cui ha fatto le scarpe, e l'invidia biliosa di un Beppe Grillo
cui ha rubato il mestiere (e in parte lo spazio).
Ma Camusso, Landini, Vendola,
e gruppi dirigenti residui di una sinistra da voi suicidata o silenziata: fino
a quando lascerete sgombra la via, con la vostra scandalosa passività, a un
bullo reazionario che punta a fare il Bonaparte contro i lavoratori, contro i diritti,
e persino contro di voi?
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