In Italia le elezioni europee sono innanzitutto un concorso
pubblico di recitazione fra due ciarlatani, l'uno contro l'altro armati: uno di
governo ( Renzi) e uno di “opposizione” ( Grillo). Entrambi a tutela del
capitalismo, entrambi avversari dei lavoratori, entrambi a caccia del loro
voto. Il piccolo Bonaparte Matteo Renzi, all'ombra della truffa di “80 euro”( a
carico dei beneficiari) ha decretato la più selvaggia precarizzazione del
lavoro ( senza incontrare una sola ora di sciopero), e propone una riforma
elettorale talmente reazionaria che al confronto la legge truffa del 53 è un
manuale di democrazia.
Il comico milionario Beppe Grillo rivendica la chiusura
di tutte le aziende in crisi con 600 euro di “cittadinanza”per i licenziati, e
invoca una Repubblica del Capo, osannato dalla platea della Rete, sulle ceneri
della “peste rossa”. E' il progetto di un movimento reazionario. Il vecchio frodatore fiscale Berlusconi è
travolto da una concorrenza così spietata. Eppure se milioni di lavoratori,
precari, disoccupati, sono attratti dai loro peggiori avversari, la principale
responsabilità è dei gruppi dirigenti delle sinistre politiche e sindacali. Che
per anni hanno tradito i lavoratori, votando i loro sacrifici e privandoli di
ogni difesa. E che oggi balbettano davanti ai demagoghi reazionari cui hanno
aperto la strada (e che li prendono a schiaffi), senza promuovere alcuna
mobilitazione, senza esercitare alcuna reale opposizione, senza indicare alcuna
autonoma alternativa a un sistema capitalistico fallito. Lasciando così campo
libero al concorso truffa antioperaio. L'imboscamento dei resti delle sinistre
italiane nella lista civica Tsipras, all'ombra di un cenacolo di intellettuali
liberal progressisti, è solo l'ultimo riflesso simbolico di questo abbandono
del campo. Il PCL - l'unico partito che
non ha mai tradito gli operai- non ha potuto prender parte alle elezioni
europee per via di una legge elettorale reazionaria. Di fronte all'assenza di
ogni presenza autonoma e riconoscibile di una sinistra di classe, non diamo
alcuna indicazione di voto. Ci contrapponiamo a tutti gli imbroglioni.
Denunciamo la natura truffaldina di queste elezioni europee per le ragioni
sociali dei lavoratori. Solleviamo l'esigenza di una svolta unitaria e radicale
di lotta del movimento operaio, attorno ad un suo autonomo programma, come
unica via per rovesciare i rapporti di forza e aprire dal basso un nuovo
scenario politico. Ci battiamo per un governo dei lavoratori e una Repubblica
dei lavoratori, quale unica alternativa reale alla crisi capitalistica in
Italia e in Europa.
L'alternativa non è tra Euro e Lira, ma tra capitale e
lavoro.
Sviluppare tra i lavoratori la coscienza della necessità di
un'alternativa rivoluzionaria al capitalismo, è il nostro lavoro quotidiano.
Organizzare nel PCL e attorno al PCL l'avanguardia più combattiva e cosciente
della classe operaia e dei movimenti, è il processo di costruzione del partito
rivoluzionario.
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