La formazione di un governo
ucraino reazionario filo europeo, sottoprodotto di una rivolta di massa a
egemonia fascista o semifascista, ha generato come contraccolpo la
mobilitazione della minoranza russofona nell'est del Paese, ed in particolare
in Crimea. Aprendo il varco ad un possibile incipiente intervento militare
dell'imperialismo russo e del suo governo bonapartista. Nessuno dei due campi
che si fronteggiano, ha una valenza progressiva per i lavoratori ucraini.
Nessuno dei due merita il sostegno dei marxisti rivoluzionari e del
proletariato ucraino, russo e internazionale.
Non ha certo un ruolo progressivo il campo del nuovo governo borghese
ucraino, sostenuto dal movimento di piazza Maidan. L'aspetto di difesa della
“indipendenza dell'Ucraina” è oggi secondario rispetto alla natura liberal
fascista delle forze dominanti a Kiev, segnate dalla presenza di un
nazionalismo reazionario, russofobo e antisemita.
Peraltro gli imperialismi
europei che appoggiano questo governo, mirano a usarlo come nuovo cappio al
collo della popolazione ucraina per estorcerle ulteriori pesantissimi
sacrifici. Ogni cosiddetto “aiuto” economico del FMI e/o dell'Unione ( peraltro
ristretto a causa della crisi U.E.) sarà pagato dai lavoratori ucraini con una
nuova stretta sul pagamento del debito pubblico alle banche europee, e quindi
con nuovi colpi a salari, pensioni, servizi. Il nazionalismo ucraino sarà usato
come leva dell'ennesima subordinazione dell'Ucraina contro la sua classe
operaia dell'ovest e dell'est, e contro la popolazione povera dell'intero
Paese. Ma un ruolo progressivo non l'ha neppure il campo opposto russofilo. La
mobilitazione della popolazione russofona contro la minaccia nazionalista
reazionaria ucraina ha in sé una sua legittimità . In particolare la Crimea-
inserita in Ucraina dall'Urss di Krusciov nel 1954 - ha diritto alla propria
autodeterminazione. Ma le istanze russofile sono oggi la leva di manovra di
altre forze e interessi. Di parte della vecchia oligarchia capitalista mafiosa,
arricchitasi con 20 anni di spoliazione del popolo ucraino, dell'ovest e
dell'est; e soprattutto del nuovo imperialismo russo del bonaparte Putin, che
punta a controbilanciare la disfatta di Kiev con lo sviluppo di un proprio più
diretto controllo politico, economico, e militare sull'est dell'Ucraina :
innanzitutto sulla Crimea, che ha una collocazione strategica centrale per
l'imperialismo russo, perchè si affaccia sul mare; e più in generale sulle
risorse industriali del Paese concentrate soprattutto nelle sue regioni
orientali. Peraltro non è un caso se Putin gode nell' “operazione Ucraina” del
sostegno attivo dei circoli nazional fascisti della “grande Russia” (Zirinovsky).
E se all'interno della stessa mobilitazione russofila dell'est ucraino, è
presente una componente sciovinista grande russa contro le proprie minoranze
nazionali (in particolare i Tatari). Questa situazione complessiva conferma la
crisi drammatica del movimento operaio ucraino, oggi assente in quanto classe
dallo scenario politico. Gravi sono le responsabilità del Partito Comunista e
del Partito Socialista ucraini, che pur disponendo di una certa forza, non si
sono mai adoperati per l'organizzazione della classe operaia su basi politiche
indipendenti. La rivoluzione bolscevica del 1917 aveva dato l'indipendenza
all'Ucraina. La restaurazione capitalista, preparata dallo stalinismo, ha
consegnato l'Ucraina ai suoi pretendenti imperialisti e ai loro diversi
disegni. Gli avvenimenti ucraini ripropongono dunque una volta di più il
bilancio storico generale del 900, e la necessità di costruire una nuova
direzione del movimento operaio, su scala internazionale e in ogni Paese. Solo
la classe operaia ucraina, dell'ovest e dell'est, può spezzare la morsa che
oggi si stringe attorno al Paese e dare una soluzione storica progressiva alla
sua crisi. Solo una nuova direzione marxista rivoluzionaria può dare una
prospettiva indipendente al movimento operaio ucraino. Nè col bonapartista
Putin. Nè coi liberalfascisti di Kiev. Contro il governo di Kiev, le forze
reazionarie che lo sospingono, e gli imperialismi occidentali che lo manovrano.
Contro la vecchia oligarchia capitalista parassitaria , l'imperialismo russo di
Putin, i suoi disegni strategici. Per una Repubblica dei lavoratori in Ucraina.
Per una Ucraina socialista unita - con il rispetto dei diritti nazionali della
minoranza russofona, e dello specifico diritto di autodeterminazione della
Crimea- nella prospettiva degli Stati Uniti Socialisti d'Europa.
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