Finalmente ce l’hanno fatta: dopo due mesi, nei quali hanno ridicolizzato il
loro segretario Bersani e distrutto l’intero partito, nasce il solito governo
all’Italiana, ovvero un calderone di politici manovrabili dalla BCE e da
Confindustria. Ancora una volta gli elettori sono stati presi per i fondelli da
un PD che non è riuscito nemmeno ad eleggere il Presidente della Repubblica,
bruciando Marini e Prodi in un solo giorno e non per volere altrui, ma per un
disegno ben preciso eseguito all’interno dello stesso PD, con 101 parlamentari
che hanno cambiato le carte in tavola non rispettando ciò che avevano deciso in
assemblea.
Quello che temevamo in campagna elettorale si sta verificando; il nuovo
governo è pronto a continuare il lavoro lasciato in sospeso da Monti. Il
tentativo di Bersani di creare un governo con il M5S sarebbe servito solo a
renderlo meno evidente. Ecco perché il movimento di Grillo e Casaleggio non ha
voluto sostenere un governo con il PD: del resto non sarebbero stati in grado di
governare loro stessi, applicando gran parte del programma presentato in
campagna elettorale in uno stato di cose presente. Inutile prenderci in giro: la rielezione di Napolitano, avvenuta con supplica
in ginocchio di tutta la classe politica, M5S escluso, era già stata prevista da
coloro che hanno voluto sin dal primo momento un governo PD-PDL, ma bisognava
convincere il presidente uscente, il quale in più riprese aveva dichiarato non
esserci i presupposti per una sua ricandidatura. L’unica cosa per un paese serio
era quella di rinunciare a Napolitano, non solo perché non c’erano stati
precedenti di un secondo settennato, ma per una cosa ben più importante: per il
fatto che Napolitano ha gestito la questione sulle intercettazioni tra lui e
l’ex ministro Mancino, dove lo stesso Mancino faceva riferimento alla trattativa
stato mafia. Premesso che Napolitano con tutto ciò non c'entrava nulla e che il
telefono intercettato non era quello del Quirinale, io mi chiedo se non sarebbe
stato opportuno dare quell’intercettazione al magistrato competente. Napolitano era l’unico presidente che poteva garantire un governo formato da
PD-PDL, un vero e proprio pasticcio pronto a difendere l’ormai indifendibile
sistema capitalista. Noi ci auguriamo che questo governo possa dare qualche
segnale positivo soprattutto a chi oggi non ha un reddito o a chi lo sta
perdendo. Quello che temiamo è che si faccia solo qualche misero ritocco per far
credere che qualcosa sta cambiando. Non a caso è appena nato il governo e già si
torna a parlare di spread, fiscal compact e Imu: praticamente siamo alle solite,
torneranno a mettere le mani in tasca a quei pochi cittadini che hanno ancora
qualche risparmio .
Noi non dobbiamo permettere che ciò accada, per farlo c’è bisogno di una
sinistra di classe, occorre unirci: basta con le divisioni interne alla sinistra
radicale. Il M5S non è la vera alternativa al capitalismo, è parte integrante
del capitalismo. Oggi sentiamo il dovere di alzare la voce per una rivoluzione
ma senza violenza, basta con episodi isolati ma sanguinosi e mai esemplari: il
nemico va eliminato con il voto non con le armi.
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